Mi hanno parlato di adattarmi,
Di adattarsi,
Mi hanno detto di sedermi
Sempre nello stesso banco
E vedere ripetutamente un solo
Angolo delle cose.
Mi hanno giudicato con i numeri,
Mi hanno fatta sentire a volte di più
Ma quasi sempre meno di un altro.
A volte meritavo,
Altre volte no.
Mi hanno detto che ero distratta.
Ribelle irrispettosa
Mi hanno detto di stare zitta.
Di studiare anche quello che non mi piace
Altrimenti tiravano fuori un foglio
Come minaccia.
Mi hanno voluto far paura.
Mi hanno voluta sottomessa
Mi hanno voluta sistemica
Mi hanno voluta senza discutere
Mi hanno voluta obbediente
Mi volevano in ordine.
Ma mai nessuno ha voluto
Che mi si scoprisse.
Nessuno mi ha aspettata
Nessuno mi ha chiesto
Nessuno si è fermato a guardarmi.
Quando ci sarà una scuola
Che ci guardi,
che ci guardi davvero ciascuno?
Quando smetteranno
Di volerci
Tutti uguali?
Quando cominceranno
A volerci accettare nella diversità
e parità?
Fin qui arriviamo
Con questo metodo.
Siamo lupi battezzati come cani.
Voglio ululare alla luna
Senza che mi dicano pazza,
Voglio vivere al mio ritmo
Nessun altro obiettivo.
Voglio sentire senza paura.
Ti regalo la mia struttura,
Ti regalo la mia produttività..
Lasciami.
Libera,
Creativa,
E anche se non ti piace,
E anche se ti infastidisce,
Lasciami pure.
Selvaggia.”
Ojos de Neptuno
Tratto da "Quel primo passo, la cruda storia di Vagamondo" disponibile su amzn.to/2Gf5DG0